Home Eventi Scopri Roma Ristoranti Locali Negozi Tour Benessere e Sport
Home page » Quartiere Salario: Arte Contemporanea su Via Salaria e Arte Classica a Villa Albani

Quartiere Salario: Arte Contemporanea su Via Salaria e Arte Classica a Villa Albani

MacroDettaglio.jpg

Il Quartiere Salario va visitato tenendo conto del suo insolito passato novecentesco, ma con in testa l'epoca in cui il paesaggio era dominato dall'antico tracciato della Via Salaria (la via del sale dei popoli sabini) e dal verde dei raffinati giardini di Villa Albani, oggi dimora dei Torlonia. Gaia vi accompagnerà in un'inattesa passeggiata alla scoperta della zona

La prima cosa che ci si dovrebbe domandare appena messo il primo piede (un piede curioso e turistico, s'intende) sulla via Salaria è perché questa antica strada non porta il nome di un console ma della funzione che ha avuto fin da tempi remotissimi, molto prima di Roma.

Da sempre sinonimo di traffico dell'ora di punta, la Salaria è piuttosto una specie di porta dimensionale da attraversare, quando il desiderio di scoprire prospettive insolite sulla capitale si fa insopprimibile, per riempirsi gli occhi di paesaggi inediti e storie altrettanto sconosciute: i Parioli, Quartiere Coppedè, piazza Fiume, l'architettura d'inizio Novecento, i confini con la Nomentana, il giardino chiuso e inaccessibile di Villa Albani, le forme del Macro, il museo costruito da Odile Decq sui vecchi opifici legati agli stabilimenti della Birra Peroni e dedicato all'arte contemporanea.

Ecco, il Macro non poteva che nascere qui, in questo quartiere operoso fin dal nome della strada principale che l'attraversa. Se la Salaria nasceva per permettere ai popoli sabini di arrivare al mare, il Quartiere Salario è una specie di miraggio industriale dei primi anni del secolo scorso, quando le nuove generazioni di romani cercavano di modernizzare la città occupando ed edificando negli spazi vuoti lasciati fuori porta dalle ville dei nobili.
È difficile percepire l'attesa e le aspettative di quegli anni. Difficile, specie ora che quelle prospettive sono così lontane nel tempo e la zona è adesso tutta adibita a uffici, negozi e case borghesi dall'aria austera.

In una giornata dedicata alla scoperta del quartiere, dunque, bisognerebbe lasciare i mezzi pubblici più o meno all'altezza di piazza Regina Margherita e poi abbandonarsi al piacere della passeggiata, entrare in ogni traversa, immortalare le decorazioni delle facciate dei palazzi e poi allungarsi fino al Macro, accomodarsi fra le opere e poi godere della bellezza del progetto di Odile Decq che ha così ben saputo accordarsi sulla doppia anima della zona: il recupero di un passato sparito e il futuro che incalza.

E, infine, sostare un minuto davanti al cancello sbarrato di Villa Albani. Da quel giardino inaccessibile (è ancora la dimora della famiglia Torlonia) Winckelmann, nel Settecento, si convinceva di essere nel migliore dei luoghi possibili e avviava la buona politica del recupero dei ruderi antichi e del loro studio, complice il cardinale Albani che in quella dimora custodiva una collezione d'arte da fare spavento.

Ma, niente paura se anche non si può visitare la "patria romana del Neoclassicismo". Le opere del cardinale Albani formano il nucleo antico dei Musei capitolini e sono tutte là. In attesa di essere ammirate con nel cuore il panorama insolito e intrigante del Quartiere Salario.






Social di Gaia per Roma



Accedi

Effettua l'accesso.

USERNAME:


PASSWORD:




password dimenticata?