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Galleria L' Attico (Teatro Piazza Navona)


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Via del Paradiso 41 (Piazza Navona)

Tel: 066869846

Tipologia: Teatro, Gallerie d'arte

Info utili:

Aperta da lunedi a sabato dalle ore 17 alle 20


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Via del Paradiso 41

Scopri Piazza Navona

La galleria L’Attico è stata fondata nel novembre 1957, in Piazza di Spagna a Roma, da Bruno Sargentini allora quarantasettenne con al fianco il figlio Fabio appena diciottenne. La galleria acquisisce in pochissimi anni fama internazionale. Nelle sue sale si alternano i più bei nomi del panorama artistico dell’epoca: Capogrossi, Leoncillo, Fontana, Mafai, Fautrier, Brauner, Magritte, Matta, Permeke, Canogar. La differenza generazionale tra padre e figlio comincia ad evidenziarsi presto, proprio nelle divergenti scelte sugli artisti da promuovere. Bruno, nel 1966, apre la Galleria Senior e si trasferisce in via del Babuino. Fabio continua, invece, ad esporre a L’Attico di Piazza di Spagna. Prende quindi il via l’era delle mostre sperimentali, delle personali che hanno fatto storia: Pascali, Kounellis, Pistoletto, Mattiacci. Nel 1968 Fabio lascia piazza di Spagna e sposta la galleria in un garage di via Beccaria, rivoluzionando la concezione dello spazio espositivo. Di lì a poco anche le gallerie di New York, incorporate nei grattacieli, seguono l’esempio spostandosi nel quartiere di Soho. Memorabili al garage sono le mostre di Jannis Kounellis, Mario Merz, Eliseo Mattiacci, Sol Lewitt, Gino De Dominicis, Denis Oppenheim, Jean Tinguely. Contemporaneamente Fabio Sargentini organizza dei veri e propri festival di musica e danza americani che aprono la strada all’affermazione della performance, del 1969 è il Festival Danza volo musica dinamite con Simone Forti, La Monte Young, Steve Paxton, Deborah Hay, Trisha Brown. Per molti di loro è la prima apparizione in Europa. Nel 1972 un secondo festival Musica e danza from Usa vede la partecipazione di Philip Glass, Steve Reich, Simone Forti, Yvonne Rainer. Nel 1972 al garage di via Beccaria Sargentini affianca un altro spazio in via del Paradiso, con caratteristiche del tutto diverse, non più tabula rasa, bensì soffitti affrescati, porte dorate e pavimenti marmorei, che suggeriscono un raccordo con la storia dell’arte. Le innovazioni sono continue: nella mostra Lavori in corso il pubblico è invitato a visitare la galleria durante i lavori di ristrutturazione; D’IO di Gino De Dominicis fa risuonare una risata omerica nella galleria vuota; Gilbert & George presentano Living Sculpture; Giulio Paolini La doublure; Luigi Ontani lavori fotografici, brevi azioni e tableaux vivant. Nel giugno del 1976 Fabio lascia il garage che viene inondato da 50.000 litri di acqua e che per tre giorni si offre al pubblico come una sorta di “lago incantato”. Fabio intraprende, parallelamente, anche la strada del teatro sperimentale. Suoi sono i primi lavori in Italia di teatro lirico concettuale, firma diversi spettacoli: Peter Pan e Ballerina nel 1979, Una rosa è una rosa nel 1980 al Teatro Beat 72, Balabàn nel 1981, Scena Madre nel 1982, Romeo e Giulietta nel 1983, al Teatro Tor di Nona. Proprio nel 1983 riprende l’attività della galleria di via del Paradiso, alternata con l’attività teatrale. Scopre e lancia alcuni artisti di San Lorenzo: Nunzio, Tirelli, Pizzi Cannella, Limoni, Ragalzi, Luzzi, Palmieri. Nel frattempo non trascura i suoi artisti storici come Pascali, Leoncillo, Nagasawa e Uncini. Inventa mostre quali Martiri e santi, Giro d’Italia dell’arte in 9 tappe, Frecce, La Casa del Poeta, Viaggio al termine della notte, Cannonata, Fiori freschi per Mafai, Il Pensiero selvaggio, Pittori al muro, e – con Elsa Agalbato – spettacoli quali Il sogno di Orfeo, Lui? Ragazzaccio!, Bois ton sang Beaumanoire!, Happy Journey, Il Cappotto. Da non dimenticare, Viva Villa!, lettura integrale dell’Odissea tradotta da Emilio Villa, con 22 attori; D’ailleurs, c’est toujours qui meurent, dove critici, critici, artisti scrivono ogni sera il proprio epitaffio su un muro della galleria; Doppio Shakespeare. Otto personaggi per sedici interpreti con due palcoscenici contigui e doppia recitazione dello stesso personaggio all’unisono.

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