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Tour. Associazioni culturali: Guide per vocazione

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Il mondo delle associazioni culturali che a Roma organizzano visite guidate ai monumenti meno noti della città (e a qualche perla ancora chiusa) è un mondo di soci curiosi e guide preparate, di passeggiate, itinerari insoliti e scoperte sorprendenti

Come se non bastassero chiese, monumenti, pinacoteche e siti archeologici c’è ancora qualcuno che ne vuole di più. "A Roma non basta una vita". Ne servono due (almeno) se si vogliono scandagliare tutti, ma proprio tutti, i luoghi dell’arte della Città Eterna. Per tutti intendiamo anche quelli che di norma non sono aperti al turismo “normale”. Si parla di palazzi privati, dell’immenso patrimonio sotterraneo di solito chiuso al pubblico, anche se messo in sicurezza, di tesori archeologici appena visibili dalla strada e impossibili da visitare se non dopo faticose trafile burocratiche. 

Ecco, le associazioni culturali capitoline (quelle che – ovviamente – si occupano di visite guidate) sono il tramite fra lo stupore omologato dei giri turistici ortodossi e l’assoluto rapimento davanti all’unicità di una visita a un sito dimenticato o mai aperto. Ci si sente speciali, si ascoltano le parole della guida (generalmente laureata in storia o storia dell’arte ed esperta dell’argomento) e si va via con la consapevolezza di aver imparato molto di più in un mitreo gocciolante umidità piuttosto che in anni passati a calpestare il selciato di mille vicoli. 

Infatti è proprio così. Che ci sia ancora una Roma veramente segreta (e non semplicemente poco frequentata) lo si capisce quando si cammina in uno di questi gruppi di fedeli devoti dell’arte romana. È come un esercito allegro di persone interessate, curiose, desiderose di approfondire.

E infatti quando li incroci li vedi attenti, gli occhi puntati sulla guida che parla per ore, qualcuno prende appunti, qualcuno fa domande spesso molto pertinenti. Un quadro completamente differente dai gruppi che invece pretendono di visitare tutta Roma in due giorni e mezzo e si trascinano senza averci veramente capito un’acca appresso a capigruppo armati di bandierina che recitano la pappardella dell’Urbe con poca voglia e ancora meno convinzione.

Sono due approcci completamente diversi: da una parte c’è un’attività da tartaruga che fa scoprire la città e i suoi tesori poco a poco, con delicatezza, in punta di piedi, dall’altra c’è chi affronta la capitale con il piglio da centometrista, da lepre, che la mangia in un sol boccone, sperando che qualcosa venga digerito. Intendiamoci, non che questi ultimi abbiano alcuna colpa. Non a tutti è concesso tempo sufficiente per dedicarsi ai viaggi. Ma chi vive a Roma e decide di conoscerla ha uno strumento infallibile per farlo in modo veramente approfondito: le associazioni culturali.

Qui sono nate quasi tutte intorno agli anni Novanta. Sono state fondate da laureati intraprendenti come una forma estrema e creativa di risolvere il bassissimo tasso di occupazioni fra coloro che hanno scelto di frequentare una facoltà umanistica. Poi nel tempo sono cresciute. Ora, a vent’anni di distanza, alcune sono diventate delle vere e proprie imprese del turismo virtuoso, guidano cittadini e turisti “esperti” in fantastici itinerari alla scoperta di un patrimonio sconosciuto, oppure li portano sui luoghi più classici ma fornendogli informazioni tutt’altro che banali, o li deliziano con giri a tema. 

Qualche anno fa chi scrive notò l’annuncio di un tour dal titolo accattivante: Fantasmi a Roma. Era un viaggio alla scoperta della poco nota “collezione” di spiriti e fantasmi che popolano le leggende capitoline da sempre e si ispirava a un film geniale del 1960, Fantasmi a Roma (appunto) per la regia di Antonio Pietrangeli con attori del calibro di Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Eduardo De Filippo, tanto per fare un esempio.
Davanti a una chiesa, davanti a un albero secolare o a un ponte sul Tevere la guida raccontava la storia di questo o quel fantasma e i vari “avvistamenti” che, nei secoli, hanno contribuito a crearne la “fama”. Qualcuno sapeva prima di ora che Nerone è un fantasma romano molto famoso? E che lo è anche Donna Olimpia Pamphilj (cognata di papa Innocenzo X e vera padrona di Roma ai tempi del suo pontificato)? E che la giovane e sfortunata Beatrice Cenci (decapitata per aver ammazzato il padre nel 1599) ancora la notte dell’11 novembre – anniversario della sua esecuzione – cammina senza testa su Ponte Sant’Angelo?  

Per iscriversi bastava contattare l’associazione, prenotarsi per tempo e poi presentarsi all’appuntamento pagando una piccola somma per la tessera e un’altra, altrettanto piccola, per la visita.

Affidandosi a queste preparatissime guide si impara un concetto fondamentale: è vero che Roma è una delle città più visitate del mondo, ma è altrettanto vero che tutto dipende dal punto di vista e se guardata da angoli insoliti la città riesce a moltiplicarsi per dieci, cento, mille momenti di stupore, presentandosi con una veste sempre nuova agli occhi del turista curioso.






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