Fra Monteverde e Trastevere, il Gianicolo è il colle della storia e del silenzio. Passeggiando, prima di arrivare al famoso Belvedere, Gaia vi farà scoprire le statue dedicate agli eroi della Repubblica romana recentemente restaurate in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia, la chiesa di San Pietro in Montorio e il Faro, regalo del popolo argentino agli italiani
Se c'è un luogo romantico a Roma, è il Gianicolo. Infinite coppiette, di ieri e di oggi, si sono giurate eterno amore su questo piccolo colle stretto fra Trastevere e Monteverde, davanti allo splendido panorama della capitale assopita che si ammira dal Belvedere, in lente passeggiate fra i busti dei combattenti della Repubblica romana.
L'amore, al Gianicolo, è un fatto di atmosfere e memoria. Ma anche andandoci da soli, in una camminata randagia di quelle a perdersi, la magia funziona benissimo. Il cuore si nutre di scorci, gli occhi si beano in una tranquillità e in un silenzio che nella Città Eterna sono preziosi come l'oro.
Tutto sta nel liberare le gambe in una salita piacevole ma implacabile. Seguendo il tracciato delle Mura Gianicolensi, volute da papa Urbano VIII per difendere il lato destro della città, che poi, nel 1849, servirono ai ribelli romani comandati da Garibaldi per tentare una difesa della Repubblica, si fa presto ad arrivare in cima.
Porta San Pancrazio è da pochissimo anche un museo (il Museo della Repubblica Romana e della Memoria garibaldina, appunto) che ricorda quei fatti. Ma all'epoca era uno dei luoghi in cui i romani andavano a morire contro le cannonate francesi: Porta San Crepazio la chiamavano i ribelli, come a voler ridere di un destino già scritto.
Poco più in là, invece, la passeggiata cui si faceva accenno qualche riga più su. I busti dei patrioti fanno da contraltare alle statue di Giuseppe Garibaldi e della sua compagna Anita, opere restaurate da poco in occasione del 150° dell'Unità d'Italia, cui si aggiunge una lunga targa (proprio sul muro del Belvedere) su cui è inciso il testo dell'avanzatissima Costituzione promulgata durante i pochi mesi di vita della Repubblica. Senza dimenticare le "cose" sacre del colle, come la chiesa di San Pietro in Montorio con il Tempietto del Bramante.
Il tutto, però, è immerso in questa atmosfera quieta che sembra prendere forza dai ricordi e dai sospiri, dagli echi delle battaglie e dalle parole degli innamorati, dagli occhi sgranati dei turisti che quando arrivano quassù non possono fare a meno di registrare quanto sia incredibilmente verde Roma se la si osserva dall'alto tentando di abbracciarla con un battito di ciglia.
Ecco, al Gianicolo, l'amore è un fatto di atmosfere e memoria perché le une non esistono senza l'altra e insieme dànno vita alla magia della passeggiata perfetta.
Così quando si arriva ai piedi del Faro, splendido simbolo dell'amicizia fra Italia e Argentina, donato a Roma nel 1911 in occasione dei 50 anni dell'Unità d'Italia, ci sembrerà del tutto naturale sostare ai piedi di un monumento così curioso e la città, sotto di noi, sembrerà un mare di storie e di vite distese sull'acqua increspata dai venti . Sarà in quel momento che ci accorgeremo di guardare la capitale con occhi speciali. Gli occhi dell'amore.
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