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Flaminio: trovare Roma appena fuori porta

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Un percorso curioso sul tram 2 che parte da piazza del Popolo ci fa conoscere il primo tratto di via Flaminia, fino a Ponte Milvio. Un modo come un altro per ammirare la città da un punto di vista insolito. Segui Gaia alla scoperta di una Roma mai vista!

Verso Nord. Da Piazza del Popolo, quando gli echi dell'affollato centro storico romano non sono ancora del tutto sopiti, quasi non ti accorgi di essere sul punto di lasciare gli intricati paesaggi capitolini per un tragitto che dovrà essere affrontato a tappe in un viaggio all'inverso rispetto a quello che si affronta, da turisti, nel cuore della Città Eterna. 


Lì sono i vicoli che contano e l'avventura inizia con la definizione del percorso. Fra chiese, palazzi e musei - si fa presto a fare l'abitudine - l'importante non è mai raggiungere il punto B partendo dal punto A, il bello è perdersi durante la passeggiata e godere dei regali inaspettati che la capitale offre. Qui invece la strada non invoglia a smarrire la via.

Su via Flaminia si ha sempre la sensazione che bisogna sapere dove andare, salvo poi rimanere stupiti per un cortile che si apre improvviso su una rupe di tufo, per le tracce, a ogni chilometro più diluite, di un'altra Roma che aveva reso la "sua" via Flaminia un luogo di pace e campagna. Un fuori porta nobile in cui i papi del passato si rifugiavano volentieri. Ma le sorprese, gli scorci, i resti di questa città aristocratica e in vacanza, sono tutti concentrati quasi all'inizio, quando appunto ci si lascia piazza del Popolo e la sua porta alle spalle e - per esempio - ci si accomoda sul tram 2 per un viaggio insolito in direzione del Nord di Roma.

Due o tre "resti" appaiono subito, appena il tram si scolla dal suo capolinea. Palazzo Vagnuzzi (al civico 118), che un tempo (verso la fine del Settecento) era di pertinenza della casa del nobile Stanislao Poniatowski (ancora visibile su via di Villa Giulia) e che poi fu profondamente modificato dai nuovi proprietari (i Vagnuzzi, appunto) e oggi è la sede della prestigiosa Accademia Filarmonica Romana. E poi ancora la fontana del Palazzo di Pio IV (più o meno all'altezza del civico 166) che un tempo apparteneva, solitaria e in piena campagna, alle vigne di Villa Giulia (la residenza estiva di papa Giulio iii ).

Poi la stessa Villa Giulia, sede del Museo Nazionale Etrusco, raggiungibile con una deviazione quasi obbligatoria dal tracciato di via Flaminia. In mezzo a queste memorie aristocratiche, il Museo dei Bambini di Roma "Explora", un luogo in cui far conoscere ai più piccoli come funziona il mondo dei grandi, tipo le nuove tecnologie per il risparmio energetico, ma sempre sull'onda del gioco.

Poco oltre, invece, continuando sul percorso del 2, si incontra un altro resto: il Tempietto di Sant'Andrea opera dell'architetto Vignola, che lo progettò per conto di Giulio III come ex voto perché proprio nella notte di Sant'Andrea del 1527, il papa riuscì a salvarsi dai Lanzichenecchi che stavano saccheggiando la città offrendogli una buona cena e tanto vino drogato, fino a farli cadere addormentati in modo da poter poi fuggire indisturbato.

L'Auditorium e Ponte Milvio, uno all'altezza di piazza Apollodoro e l'altro quando la strada incontra il fiume sono quasi le mete finali di questo viaggio di scoperta in progress. E sono il giusto premio: il capolavoro di Renzo Piano (l'Auditorium, appunto) con i suoi concerti, i bar e la libreria; e il vecchio "Ponte Mollo" con la sua storia, le sue leggende e quelle torrette graziose che ce lo segnalano anche a distanza.

Via Flaminia si percorre così: salendo e scendendo dal 2 come in un gioco, in una caccia al tesoro continua per ritrovare Roma appena fuori le sue porte. 





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