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Campidoglio: Il Colle, ma senza i Musei Capitolini

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Itinerario alternativo per visitare il Campidoglio che, per una volta, renda omaggio al tufo, ai ruderi e ai vicoli di Roma in una zona dove tutto sembra essere a portata di mano, anche per il più pigro dei turisti

È come se l'itinerario fosse già stato scritto: arrivo al Campidoglio da via del Teatro Marcello; salita della Cordonata, non senza una pausa a metà sotto la statua di Cola di Rienzo; breve sosta sulla piazza che l'architetto Muñoz ha ripreso nel 1940 dal disegno michelangiolesco, sotto la statua di Marco Aurelio (che è una copia, l'originale è dentro); ingresso ai Musei capitolini da Palazzo dei Conservatori; immersione nella collezione del museo pubblico più antico d'Europa; ridiscesa della Cordonata e fuga dal Campidoglio. 


Ed è un gran peccato che debba sempre andare a finire così. Rispetto alla folla che ogni giorno si raduna sulla piazza di Muñoz, i visitatori che scendono dal lato posteriore (per intenderci, quello che affaccia sul Foro) sono almeno la metà della metà. Il perché è da imputarsi alla pigrizia turistica, un effetto provocato indubbiamente dal mare di cose che ci sono da vedere a Roma, ma un effetto deleterio e ingiusto, che impedisce di godersi i dettagli della Città Eterna, cioè come a dire la sua anima. Roba seria, quindi. 

I pigri, infatti, si perderebbero una prima scoperta fondamentale che si fa, ignorando o ritardando la visita al museo e imboccando invece la discesa di Monte Tarpeo: qui tutto viene dal tufo. Da qui, infatti, la piazza, i tre palazzi del colle del governo di Roma, non sembrano che un fondale cinematografico su cui si proietta ogni giorno il film della capitale turistica. Qui, invece, sono le rocce improvvise che sbucano e l'umidità che emanano a diventare, per un istante, le uniche protagoniste. Poi, certo, basta far andare liberi gli occhi verso l'orizzonte e subito tutta l'attenzione viene catturata da un paesaggio sul Foro che premia la curiosità e sbaraglia ogni diffidenza per il cambio di itinerario. Ma non finisce qui. 

Le strade che partono da piazza della Consolazione, proprio alla fine della discesa dal Campidoglio, aggiungono fascino a uno spettacolo di rovine che è proprio ciò che ci si aspetta da Roma. Quelle strade, inoltre (e non è poco), sono spesso silenziose e deserte, come se custodissero un segreto. Imboccate via della Consolazione fino a via San Teodoro, scegliendo di svicolare, di tanto in tanto su via dei Fienili o via dei Foraggi. Vagabondate, fra caseggiati d'epoca, ruderi, sampietrini e vegetazione spontanea, fino a raggiungere il Velabro o il Circo Massimo costeggiando le propaggini del Palatino.

Abbiate anche la spudoratezza di scegliervi l'orario ideale per provare quest'esperienza (e quell'orario è il tramonto, senza dubbi). Vi sembrerà di entrare in una nuova Roma sconosciuta. E non potrete trattenervi dal farla vostra. Come se la città avesse riservato un angolino al centro del suo cuore tutto per voi, o vi avesse rivelato un segreto. E in fondo ci vuole pochissimo, basta non essere pigri.







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