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Porta Pia: Storia risorgimentale e arte cinquecentesca fra la Nomentana e il centro storico

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Porta Pia è la la porta trionfale con cui si "entra" nel centro di Roma dalla Nomentana, nonché il simbolo degli ultimi giorni dello stato pontificio e un monumento al Risorgimento e all'Unità d'Italia. Ma la porta è anche uno degli ultimi capolavori di Michelangelo. Scopritela con Gaia in una passeggiata fra Arte e Storia

Da Michelangelo ai bersaglieri in un'occhiata. Davanti a Porta Pia, in una giornata di sole, basta sbattere le palpebre per mettere a fuoco una delle ultime opere dello scultore toscano, realizzata per volere di Pio IV nella seconda metà del Cinquecento. O in alternativa per sentirsi precipitati nelle ore immediatamente precedenti alla breccia del 1870.


Quale ricordo privilegiare?

Il senso della visita è tutto qui. Osservare, riflettere, riacciuffare ricordi scolastici oppure ammirare la solidità dei muri, i merli che indicano il cielo, ricordare che c'è stato un periodo lontano in cui ogni opera pubblica era realizzata da un artista immenso, come Michelangelo, appunto.

Tutto qui.

Non serve molto altro per godersi uno spicchio di Roma che - come sempre - riesce a nascondere l'anima degli eventi storici della città anche in pochi metri quadrati di travertino, marmo e laterizio.

Sul fronte cinquecentesco stupisce un po' sapere (dalle cronache del Vasari) che Michelangelo presentò svariati progetti e poi il papa scelse il più economico. Un po' come si fa oggi quando a una richiesta d'appalto si risponde basandosi sul criterio della minor spesa. 

Mentre su quello ottocentesco vale la pena puntualizzare che il 20 settembre 1870 i bersaglieri non concentrarono le cannonate sotto le decorazioni michelangiolesche ma un centinaio di metri più a destra (spalle alla Nomentana) - ovvio - dove le mura erano meno presidiate e più "sottili". La breccia la aprirono in cinque ore di bombardamenti, in una giornata di settembre che immaginiamo terribile e carica di aspettative. 

All'inizio del Novecento il sindaco più "alieno" della capitale (Ernesto Nathan) festeggiava ogni 20 settembre con uno spettacolo di fuochi d'artificio che faceva inorridire il clero di Roma e tremare i benpensanti. Era un modo come un altro per ricordare l'evento che a quell'epoca doveva ancora risuonare nella testa dei romani come una giornata da non dimenticare. In cui le loro vite erano cambiate per sempre. Il Papa Re era stato ammutolito. Roma era - oltre che splendida - anche italiana.

Ecco, a parte Michelangelo e i bersaglieri, davanti Porta Pia bisognerebbe dedicarsi un momento per riflettere sui cambiamenti repentini. Poi basta solo sbattere gli occhi un paio di volte e lasciarsi catturare dal travertino, dal marmo e dai laterizi, dai merli e alle decorazioni che si stagliano contro il cielo.






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