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Villa Torlonia (Parchi e ville )


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Via Nomentana 70 (Nomentana)

Tel:

Tipologia: Parchi e ville, Percorso natura, Museo

Villa Torlonia, la più recente delle ville nobiliari romane, conserva un particolare fascino dovuto all’originalità del giardino paesistico all’inglese, uno dei pochi esempi a Roma, e alla ricca quantità di edifici ed arredi artistici che si trovano

Eventi

ESTATE STELLARE A TECHNOTOWN

Data: dal 10/06/2014 al 14/09/2014


Info utili:

Per i musei di Villa Torlonia visitate il sito:http://www.museivillatorlonia.it/


Mappa di google

Via Nomentana 70

Scopri Nomentana

La villa, dal XVII secolo fino a metà del XVIII, è di proprietà della famiglia Pamphilj che la utilizza come tenuta agricola, similmente ad altre che si trovavano nella stessa zona. La famiglia Colonna acquista la proprietà intorno al 1760, mantenendone la natura di terreno agricolo. La costruzione della villa fu incominciata tuttavia solo nel 1806 dall'architetto neoclassico Giuseppe Valadier per il banchiere Giovanni Torlonia che aveva comperato la tenuta dai Colonna nel 1797 e fu terminata per il figlio Alessandro. Valadier trasforma due edifici preesistenti (l’edificio padronale e il casino Abbati) in un Palazzo e nell'odierno Casino dei Principi, inoltre costruisce le Scuderie e un ingresso, oggi demolito a causa di un ampliamento di via Nomentana. L'architetto risistema il parco, creando viali simmetrici e perpendicolari alla cui intersezione è posto il palazzo. Contemporaneamente la villa viene ornata con delle sculture d'arte classica comprate appositamente. Nel 1832 Alessandro Torlonia, succeduto al defunto padre Giovanni, incarica Giovan Battista Caretti di continuare i lavori sulla villa. I particolari gusti del principe determinano la costruzione di un Tempio di Saturno, dei Falsi Ruderi e della Tribuna con Fontana, oltre che del Caffe-House, della Cappella di Sant'Alessandro e dell'Anfiteatro, ora non più esistenti. Collaborano inoltre alla progettazione della villa il massone Giuseppe Jappelli, che si occupa della sistemazione della parte meridionale e vi realizza la Capanna Svizzera e la Serra Moresca, e Quintiliano Raimondi, che opera sul Teatro e sull’Aranciera, oggi Limonaia. Il teatro: Nella zona sud, differentemente da quella settentrionale, caratterizzata da un gusto neoclassico, vengono creati laghetti, viali a serpentina e nuovi edifici: la Capanna Svizzera, la Serra, la Torre, la Grotta Moresca e il Campo da Tornei. Inoltre, nel 1842, Alessandro fa erigere due obelischi in memoria dei genitori[2]. Succede ad Alessandro Giovanni che, oltre a trasformare la Capanna Svizzera nell'attuale Casina delle Civette fa edificare un nuovo muro di cinta, il Villino Medievale e il Villino Rosso. Nel 1919 viene scoperto, nei sotterranei della Villa, un cimitero ebraico.L'attuale Casina delle Civette sorge dove si trovava una volta la Capanna Svizzera che, voluta da Alessandro Torlonia fu costruita 1840 da Giuseppe Jappelli, riparata rispetto al Palazzo principale da una piccola collina artificiale. La Casina odierna conserva della precedente solo l'impianto murario a forma di "L", la copertura e il gusto rustico dell'insieme che si presentava, una volta, come l'imitazione di un rifugio alpino. Su indicazione di Giovanni Torlonia il Giovane, dal 1908, la Capanna inizia ad essere trasformata, per opera dall'architetto Enrico Gennari, in un "Villaggio Medioevale" caratterizzato da porticati, torrette e loggette, decorato da maioliche e vetrate. Nel 1914 vi viene installata una vetrata, disegnata da Duilio Cambellotti, raffigurante due civette e dei tralci d'edera. Grazie ad essa ed alla presenza ricorrente di quest'uccello nelle decorazioni, ispirate dall'amore per l'esoterismo di Giovanni, la casina inizia ad essere chiamata Villino delle Civette. Nel 1917 vengono aggiunte delle nuove strutture in stile Liberty da Vincenzo Fasolo, che cura il lato meridionale dell'edificio. All'interno la Casina, disposta su due piani, è riccamente decorata da stucchi, maioliche, mosaici, pitture, sculture e ferri battuti. Tra tutte spiccano le numerose vetrate che caratterizzano l'intera costruzione. Il degrado della Villa inizia nel 1944 quando viene occupata da parte delle truppe alleate che vi resteranno fino al 1947. La Casina, già in pessime condizioni al momento dell'acquisto da parte del Comune, subisce, oltre a vari furti ed atti di vandalismo, un incendio nel 1991. Dal 1992 al 1997 la Casina delle Civette è stata tuttavia sottoposta a un lungo restauro che ha permesso l'apertura al pubblico di questo edificio, primo tra tutti quelli della villa.

ARTE LIBERTY E DECO' AL CASINO DEI PRINCIPI DI ROMA

Data: dal 06/06/2014 al 28/09/2014

In mostra le opere di Paolo Antonio Paschetto


ESTATE STELLARE A TECHNOTOWN

Data: dal 10/06/2014 al 14/09/2014

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