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Villa Lante (Parchi e ville )


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Passeggiata del Gianicolo, 10 (Gianicolo)

Tel: 06 68801674

Tipologia: Parchi e ville, Itinerario di roma a piedi

L'Istituto organizza corsi in varie materie (storia antica e medievale, filologia classica, archeologia classica, storia dell'arte) ai borsisti finlandesi

Info utili:

La villa è aperta per il pubblico da lunedì a venerdì dalle ore 9 alle ore 12. Per le visite di gruppo e per altre informazioni contattare l'ufficio o direttamente l'intendente dell'Istituto.


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Passeggiata del Gianicolo, 10

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Villa Lante al Gianicolo è una delle ville romane meglio conservate del Cinquecento: insieme a Villa Madama è una preziosa testimonianza dei lavori della scuola di Raffaello a Roma e della "nuova era aurea" dei papa Medici. In una lettera del 1514 il datario di Leone X, Baldassarre Turini, si lamentava del gran caldo in città e della mancanza di luoghi di rifugio durante l'estate. Così comprò un terreno di un paio di ettari sul Gianicolo, allora pieno di giardini e vigne e cominciò la costruzione di un casino sul posto. I lavori di costruzione della villa erano molto probabilmente in corso già nel 1519 anche perchè Raffaello, morto nel 1520, aveva parlato a Baldassarre Castiglione della vigna del "datario". L´architetto della villa fu Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello e la decorazione pittorica fu eseguita dai altri artisti della scuola: Vincenzo Tamagni da San Gimignano, Polidoro da Caravaggio, Maturino. Il Papa Clemente VII visitò la villa nel gennaio 1525 e quindi allora almeno la parte più importante dell'edificio con la decorazione pittorica doveva essere compiuta. Giulio Romano ha voluto, secondo Christoph Frommel, edificare un Gesamtkunstwerk anticheggiante nello spirito di Raffaello: tutti gli ambienti sono spazialmente proporzionati e presentano un'organica connessione fra architettura, scultura e pittura. Più tardi Turini allargò i suoi possedimenti sul Gianicolo comprando altre vigne sia sul lato occidentale (ora sparito) che sul lato settentrionale (sotto convento di Sant'Onofrio) del colle. Anche se le fonti sull'argomento sono scarse, è molto probabile che questo rifugio estivo di Turini sia servito come un luogo per meditazione e conversazione per lui stesso e per i suoi amici funzionari della corte apostolica, letterati ed artisti. L'edificio non era destinato ad uso abitativo. È possibile che durante il Sacco di Roma la villa sia stata danneggiata: nel salone si è conservato il famoso graffito "A dì 6 de magio 1527 fo la presa di Roma". Nella loggia la data 1531 dovrebbe indicare la fine dei lavori di ricostruzione. Dopo la morte di Turini suo nipote Julio affittò la villa nel 1548 al cardinale Georges d'Armagnac, ambasciatore di Francia e parente della casa reale francese. Nel 1551 tutta la proprietà passò alla famiglia Lante. All'inizio del Ottocento il patrimonio dei Lante era andato in dissesto. La famiglia vendette una parte del suo vasto patrimonio territoriale e nel 1817 anche la Villa Lante passò "per dissesti finanziari" al principe Camillo Borghese, il marito della sorella di Napoleone, Pauline. Sembra che i Borghese non avessero tanto interesse per la villa. Infatti ben presto, nel 1837, la vendettero a Madeleine Sophie Barrat, la fondatrice della Congregazione delle suore del Sacro Cuore di Gesù. Nella compravendita non erano inclusi gli affreschi del salone che vennero staccati dal soffitto (oggi al Palazzo Zuccari, sede della Bibliotheca Hertziana). Madeleine Barrat sistemò nella villa un noviziato per le giovani ragazze, avviate al monacato delle suore dell'Ordine, e in tale occasione fu coperta una parte degli affreschi delle camere laterali. Quando la villa non fu più necessaria al convento, le suore l’affittarono agli stranieri. Nel 1887 il noto archeologo tedesco, Wolfgang Helbig, affittò la villa ed ivi si dedicava ai suoi studi ed al commercio di oggetti d’arte. Con sua moglie, la principessa russa Nadine Schahawskoy, Helbig fece della Villa Lante un salotto culturale apprezzato, frequentato sia da letterati e da musicisti, sia da nobili e reali. Nel 1909 Demetrio Helbig, il figlio di Wolfgang, chimico e generale dell'aviazione militare, comprò la villa dalle suore. Il general Helbig infine affittò nel 1946 i piani superiori della villa all'incaricato d'affari di Finlandia presso la Santa Sede, il dott. Göran Stenius. Pochi anni dopo Stenius informò la fondazione Institutum Romanum Finlandiae che l'anziano generale era disposto a cedere l'edificio ai finlandesi a condizioni molto favorevoli. Così la fondazione con i mezzi finanziari messi a disposizione dal fondatore della fondazione stessa Amos Anderson, comprò la villa nel 1950. La villa è stata restaurata dopo l'acquisto da Adriano Prandi (1950-53), da Paolo Marconi (1972, 1980) e da Tancredi Carunchio (1998-99). Gli affreschi e gli stucchi sono stati restaurati ultimamente negli anni 1974-75 e 1998-99 durante la ristrutturazione dell'Istituto. La villa è stata al centro dell'interesse degli studiosi della storia dell'arte; oltre alla monografia di Henrik Lilius (1981) sono da menzionare gli studi del professor Frommel. Nel 2005 fu pubblicato, a cura di Tancredi Carunchio e Simo Örmä, un libro sulla storia della Villa da Turini fino agli Helbig.

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